L’inadempienza non cancella un diritto. Ricorso contro il diniego.

L’iniziativa legislativa è il potere, attribuito ad alcuni, di presentare proposte di legge e lo Statuto Sardo attribuisce questo potere a tre soggetti precisi. I Consiglieri Regionali, la Giunta e il Popolo Sardo.

Da qui si parte e qui si arriva. E non sarà certo la reiterata arroganza del Palazzo, a sopprimere il diritto all’ iniziativa popolare. Non sarà un Consiglio arroccato nel suo splendido ed inconcludente isolamento a negarlo. Non sarà un diniego, per noi malamente motivato, a chiudere la partita della riforma elettorale.

Che la politica sarda di ogni colore abbia in massimo dispregio il diritto del popolo sardo all’ iniziativa legislativa non è una novità. Non c’è stato bisogno di osservare come si sia messa sotto i piedi le 211.000 firme della proposta Pratobello per capirlo. Bastava anche solo pensare che è da 25 anni, e cioè da quando è stata abrogata la vecchia normativa, che il Consiglio Regionale Sardo non ha prodotto una legge per regolare la presentazione di proposte di iniziativa popolare. Le altre regioni lo hanno fatto, tutte, molte già da 20 anni hanno fissato garanzie precise per i cittadini e doveri precisi per i consiglieri eletti. Qui no.

Deve essere il sole abbagliante di via Roma, con quella luce che si specchia sul Golfo degli Angeli e che arriva soffusa e filtrata sui divanetti del Palazzo che induce a ritmi lenti.

Dunque in Sardegna tra le tante leggi che mancano, e si potrebbero elencare, c’è anche questa.

Noi però non siamo d’accordo che al danno si aggiunga la beffa. L’inadempienza non cancella un diritto. Noi crediamo che, soprattutto in una regione dove una legge elettorale di stampo fascista, esclude dalla rappresentanza consiliare larghissime porzioni di cittadini, finendo per rappresentarne meno della metà, non si possa rinunciare facilmente alla iniziativa popolare. Noi non ci stiamo a che con una nota di mezza paginetta, supportata da un parere legale su cui nutriamo molti dubbi, il presidente del Consiglio Regionale Comandini possa dichiarare non ammissibile la nostra proposta, cestinando ancora una volta le sottoscrizioni di molti sardi che con quella firma esprimono una volontà legittima: quella che “gli eletti” prendano in considerazione la proposta, la discutano, la valutino, la approvino, la respingano, la modifichino, ma a loro deve arrivare e loro si devono esprimere.

E’ chiedere troppo? Non sono li per quello? Sono i legislatori? Chi lo nega! Legiferino allora, possibilmente bene, cercando di non lasciare vuoti normativi che negano diritti, e possibilmente facendo si che le leggi approvate non restino in vigore giusto il tempo del viaggio tra Cagliari e Roma, per finire poi, come sta avvenendo sistematicamente, impugnate e cassate dallo Stato italiano.

Noi non ci fermiamo. Crediamo che l’iniziativa popolare meriti di essere difesa. Crediamo che in tempi come questi mortificare la partecipazione di cittadini sia deleterio e persino irresponsabile. E pensiamo che le argomentazioni giuridiche portate a sostegno del respingimento della nostra proposta siano deboli e meritino la valutazione di un tribunale.

Avremmo di gran lunga preferito che non ci fosse bisogno, ma purtroppo così non è stato. Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di opporre ricorso contro la decisione del Presidente Comandini di dichiarare inammissibile la proposta di legge elettorale Liberamus su Votu escludendo, di conseguenza, di portarla all’esame del Consiglio e delle sue commissioni interne.

Se mai ci sarà un giudice che annullerà quella decisione, riconoscendo al popolo sardo il diritto di presentare proposte e negando al Consiglio la possibilità di respingerle sempre, con motivazioni diverse ma risultato uguale, quello sarà un bel giorno per la Sardegna. Se tutto ciò costringerà il Consiglio a mettere fine alla ultra-ventennale inadempienza che, di fatto, toglie ai sardi un diritto costituzionale riconosciuto ed esercitato nelle altre regioni, anche quello sarà un bel giorno.

Lucia Chessa Presidente Rete SarDegna Iniziativa Popolare, proponente Legge “Liberamus su Votu”

Segretaria Nazionale dei Rossomori de Sardigna

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