Visitare L’Asinara pensando alla RWM

All’Asinara, attorno alle attività del Parco, lavorano circa 500 persone.

Guide che accompagnano i visitatori in escursioni a piedi, in fuoristrada, con i trenini, sott’acqua in immersione, con le imbarcazioni via mare; poi ci sono gli addetti al trasporto con le motonavi da Stintino e Porto Torres, gli impiegati nei pochi servizi che si trovano sull’isola: due bar, una locanda e un ostello temporaneamente e colpevolmente chiuso; poi famiglie di ex pescatori che offrono itti-turismo, autorizzati a pescare nel parco piccole quantità di pesce che cucinano e servono direttamente ai turisti nei barconi, e ancora guardie forestali, veterinari per monitorare asinelli, cavalli, capre, cinghiali e in generale la fauna dell’isola; poi i ricercatori che portano avanti progetti di studio, le attività che affittano biciclette o minicar elettrici con cui visitare l’isola ecc ecc.

Benché non sia tenuto al massimo, già così è una meraviglia il Parco dell’Asinara. La bellezza è dominante, alcune zone tutelatissime le puoi guardare solo da lontano. E’ vietato l’accesso anche a piedi o via mare, e quelle sono stupefacenti.

A tutto ciò, poi, si sovrappone la storia di quel luogo e allora, su quella bellezza, aleggia sempre un tono triste per tutta la sofferenza consumata in quell’isola che è stata lazzaretto, campo di prigionia per soldati austriaci malati e affamati, colonia penale, carcere di massima sicurezza. Una bellezza straordinaria segnata dalle storie drammatiche di Falcone e Borsellino; poi quel museo della memoria penitenziaria che espone in modo forse troppo invadente storie di umanità e di dolore.

Oggi però L’Asinara è un’altra cosa. E’ bellezza che da lavoro a molte famiglie. Lavoro pulito e sostenibile di 500 persone che vivono prevalentemente tra Stintino, Porto Torres e l’area del Golfo.

La RWM invece, dalla parte opposta della Sardegna, è una fabbrica di armi. E’ italiana ma interamente controllata da una società tedesca che ha localizzato la maggior parte della sua produzione fuori dall’Unione Europea. In Italia hanno tre sedi: la principale a Brescia (management, uffici legali e commerciali, ingegneria, ricerca). Una in Sardegna, a Domusnovas, nel Sulcis-Iglesiente, (produzione e lavorazione di esplosivi, con terreno di prova dedicato ai test, dall’inizio alla fine della filiera). E infine una nuova sede appena aperta a Torino (ricerca e ingegneria). Gli affari sono in crescita.

In Sardegna producono bombe d’aereo, anche perforanti, per bersagli rinforzati, mine, droni killer di diverse dimensioni e tipologia, munizioni per artiglieria. In un anno hanno raddoppiato il fatturato, e triplicato i profitti con un più 163% rispetto al 2023. A Domusnovas lavorano per 7 giorni la settimana e da maggio 2024 hanno istituito anche il terzo turno notturno. Impiegano 102 dipendenti stabili, e oggi 327 interinali, cioè precari, di quella forza lavoro usa e getta. 327 di cui una ottantina aumentati proprio nell’ultimo anno a seguito della impennata delle richieste. Totale 429.

Cosa c’entra il Parco Nazionale dell’Asinara con la RWM? Me lo sono chiesto anche io, quando i due pensieri mi sono balenati assieme, e cioè non appena la guida mi detto che attorno alle attività del parco lavorano 500 persone.

E invece c’entra. Sono due modelli opposti, due visioni del mondo diverse, due modi di creare lavoro e opportunità che è necessario mettere a confronto. Uno attraverso la vita l’altro attraverso la morte.

Non che io creda che la Sardegna possa essere tutta trasformata in un parco, anche ammesso che rimanga qualcosa quando i nuovi speculatori che oggi azzannano questa terra avranno finito il loro sporco lavoro. Ma davvero non c’è un’ opportunità alternativa per quelle 420 persone due terzi delle quali precarie e drammaticamente instabili? Davvero il Sulcis-Iglesiente non ha altra possibilità che macchiarsi di una industria di morte e sostenere il peso di quelle bombe e di quegli strumenti per mutilare, uccidere e distruggere?

RWM è una società forte che macina guadagni astronomici. I suoi padroni e i suoi manager oggi sono preoccupati solo di incontrare difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime perché in questo tempo sciagurato divampa la voglia di guerra e il mondo sta correndo al riarmo. A Domusnovas RWM può permettersi di ampliare le sue strutture, di utilizzarle, anche cambiandone la destinazione d’uso a piacimento, e di chiede le autorizzazioni a lavoro finito. Ex-.post. Come fanno i veri padroni in una terra colonia. E nel mentre di sollecitare che arrivino le sanatorie, mettendo in campo forze politiche amiche, con la foglia di fico di quei 102 operai stabili più un numero ballerino di precari.

In questi giorni la giunta Todde, con la tecnica attendista che la caratterizza, non ha negato l’autorizzazione postuma. Ha chiesto ulteriori dati e chiarimenti. Ha preferito aspettare, timidamente rinviare. E’ mancato il coraggio di dire un no secco. Perché manca al capacità di offrire alternative a quei lavoratori. Mancano le visioni, prima e più importante virtù di chi governa.

Lucia Chessa Segretaria Nazionale dei Rossomori de sardigna

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