L’elettroterapia nel 2025: ritorno al passato…

In questo mese di giugno due notizie si sono diffuse quasi contemporaneamente: la prima
riguarda la delibera del neo commissario dell’Asl di Oristano che indice una selezione interna per il
conferimento di un incarico professionale di altissima professionalità per uno specialista nella
terapia elettroconvulsivante -TEC- (leggi Elettroshock) per il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e
Cura dell’ospedale “S. Martino”; la seconda è la dichiarazione di una dirigente psichiatra dell’Asl 8
di Cagliari che annuncia entusiasticamente a mezzo stampa e TV la possibilità di una nuova
terapia: “La stimolazione transcranica” per combattere la ludopatia e soprattutto il GAP (Gioco
d’Azzardo Patologico). Per adesso la relativa apparecchiatura (Stimolatore Magnetico
Transcranico) è disponibile solo a Cagliari, Oristano e Sassari ma presto lo sarà anche a Nuoro,
Olbia, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis Iglesiente. Si tratta di una terapia non invasiva e non
farmacologica che utilizza il campo magnetico per stimolare o inibire specifiche aree cerebrali.

Le due notizie sono accomunate dall’uso “terapeutico” dell’elettricità, spacciando per nuovo e
moderno un approccio che, francamente, credevamo definitivamente relegato tra le cattive
pratiche del passato. In realtà esse denotano la persistenza della vecchia cultura di stampo
manicomiale che considera la malattia mentale alla stregua di un accidente “naturale” che colpisce
quello “sventurato” paziente che così resta di esclusiva competenza dello specialista psichiatra.
Tale cultura attraversa oggi un felice periodo di revival in un paese dove tutti gli spazi democratici,
faticosamente conquistati ed erroneamente considerati acquisiti per sempre, si stanno
vertiginosamente restringendo: vedi la recente approvazione del decreto sicurezza e la proposta
del senatore Zaffini (FdI) in discussione al senato e capace di affossare la Legge 180 faticosamente
difesa per quasi 50 anni.

Così senza un’apparente reazione assistiamo al ritorno di pratiche che annullano la soggettività
della persona e le profonde contraddizioni che segnano la sua storia personale, familiare e
soprattutto il livello politico-sociale (vogliamo parlare delle connivenze dello Stato nel favorire e
lucrare sul gioco d’azzardo?).

Così senza un’apparente reazione assistiamo al ritorno di pratiche che annullano la soggettività
della persona e le profonde contraddizioni che segnano la sua storia personale, familiare e
soprattutto il livello politico-sociale (vogliamo parlare delle connivenze dello Stato nel favorire e
lucrare sul gioco d’azzardo?).

Prevale la tendenza di nascondere dietro un tecnicismo “scientifico” tutti gli effetti di una società
sempre più ingiusta con disuguaglianze crescenti e una povertà materiale e culturale che,
soprattutto in Sardegna, non si era mai vista.

È ora di reagire a tutti i livelli: scientifico, culturale, accademico, sociale e politico tanto più che
stiamo repentinamente scivolando in un’economia di guerra.

Dott. Alessandro Montisci, medico psichiatra, Rossomori de Sardigna

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